Il betting exchange offre buone possibilità di guadagno se sfruttato in maniera corretta. Intendiamo darvi qualche piccola spiegazione e qualche consiglio circa i concetti fondamentali di quello che sta diventando un must per gli scommettitori.
Betting Exchange: ecco come funziona lo scambio di scommesse
Per sito di Betting Exchange s’intende un sito sul quale si può scambiare scommesse su un qualsiasi evento, in maniera anonima, con altri scommettitori. Il tutto, quindi, funziona in stile “Borsa delle scommesse”. Le quote, in pratica, non sono fissate dal bookmakers o dal gestore ma vengono stabilite dagli stessi scommettitori e possono crescere o calare in base al principio della domanda e dell’offerta.
I Betting Exchange propongono numerosi tipi di scommesse e permettono di scommettere sulla maggior parte degli sport. Ovviamente, si scommette solo su singole ( anche se ultimamente il leader mondiale Betfair ha lanciato un sistema per le giocate multiple ).
In un Betting Exchange ci sono 2 tipi di scommesse da poter effettuare :
– una classica puntata, esattamente come quando si scommette su una quota proposta da un bookmaker. Nel tennis, ad esempio, si può scommettere sulla vittoria di un tennista X ad una quota Y. In pratica quindi si acquista una quota (in inglese “back”). Se il tennista X perde, si perde la somma puntata. Se invece vince, si vince la somma scommessa, moltiplicata per la quota Y.
– si può scommettere contro la realizzazione di un risultato o di un evento. Ed è questo che differenzia i Betting Exchange dai tradizionali siti di betting. Si possono proporre quote agli altri scommettitori e vestire quindi i panni del bookmaker. In pratica, se si pensa che Hamilton non vincerà il prossimo Gran Premio di Formula1,si può vendere (in inglese “lay”) la quota di Hamilton, indicando ovviamente la quota X in decimale e l’importo massimo Y che gli altri scommettitori possono puntare su quella quota. Ovviamente si perde X*Y se Hamilton vince il GP e si vince Y in tutti gli altri casi ( è lo stesso discorso che fanno i bookmakers tradizionali).
Il principale vantaggio dei Betting Exchange è rappresentato dalle quote, generalmente molto più alte di quelle proposte dai bookmakers perchè questi trattengono un margine sulle scommesse che essi propongono, al contrario dei Betting Exchange, che generalmente va dall 11-12% in su. I Betting Exchange invece prelevano una commissione nell’ordine del 5%, a volte anche meno, sull’importo delle vincite nette dello scommettitore.
L’altro vantaggio è sicuramente rappresentato dalla possibilità di bancare. Se è vero che il banco, alla lunga, vince sempre ( proprio a causa di quel 12% di trattenuta sulle quote proposte ), nel Betting Exchange bisogna fare attenzione perchè non vi è questa trattenuta ma, anzi, si deve tener conto del 5% di commissione sul guadagno netto di ogni scommessa.
Altro punto forte, è la possibilità di scommettere in Live, ossia mentre l’evento è in corso. L’andamento delle quote è logicamente basato sull’andamento della partita in corso e le quote sono stabilite sempre in base alla richiesta e all’offerta degli scommettitori.
Il principale inconveniente dei Betting Exchange invece è rappresentato dal fatto che non si può scommettere se non ci sono altri utenti disposti a scambiare una scommessa su quell’evento. Ciò. in genere, può accadere in particolare per gli sport meno seguiti.
Altra cosa a sfavore dei betting exchange è la nota difficoltà nell’apprendere e usare al meglio tutte le funzionalità del sistema. Ciò è dovuto al fatto che non si è abituati a ragionare dal punto di vista del bookmaker ma sempre in ottica scommettitore. Il tempo di apprendimento quindi risulta abbastanza elevato soprattutto per gli utenti meno esperti.
Ultimo punto debole dei Betting Exchange, come accennato, è che non è possibile realizzare scommesse combinate. Ciò può essere uno svantaggio soprattutto per il mercato italiano, dove gli scommettitori sono abituati soprattutto a giocare multiple, investendo pochi soldi rispetto all’eventuale, ma improbabile, vincita. Tutta altra storia se si considera il modo di puntare degli scommettitori britannici.
