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Juventus Story – Storia della Juventus | Trofei, Presidenti, Allenatori e Giocatori

Last updated: August 29, 2024 4:09 pm
David Bet
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La Juventus Football Club vide la luce nell’autunno del 1897 per iniziativa di un gruppo di studenti torinesi del Liceo Classico Massimo d’Azeglio, appassionati al gioco inglese del football, in grande espansione anche in Italia. Il debutto ufficiale in campionato, con le divise rosanero, avvenne tre anni dopo, e ci fu da attendere fino al 1903 per l’introduzione dei colori bianconeri. In questa guida andremo a ripercorrere le tappe fondamentali del club, dalle origini fino a giorni nostri.

Contents
La fondazione del Club I colori delle maglie Tutti i loghi della storia della Juventus Il debutto in campionato ed il primo titolo La scissione e la nascita del Torino L’inizio dell’era Agnelli Gli anni ’50 e la prima stella Gli anni ’60-’70 e l’era della presidenza di Boniperti Gli anni ’80 e la tragedia dell’Heysel Gli anni ’90: da Baggio a Del Piero e Zidane Gli anni 2000: l’addio all’Avvocato, Calciopoli e l’anno in Serie B Dal 2010 ad oggi: 9 Scudetti consecutivi ed il nuovo stadio 


La fondazione del Club 

L’inizio dell’avventura bianconera risale al 1° novembre 1897. Un gruppo di giovani studenti torinesi del liceo classico Massimo D’Azeglio, appassionati al gioco inglese del football, in grande espansione anche in Italia, decide di fondare l’allora “Sport-Club Juventus”.

Data la passione per le lingue classiche, viene scelto il nome Juventus che in latino che significa gioventù. Le altre proposte erano “Società Via Fort” e “Società Sportiva Massimo d’Azeglio”.

Il gruppo di ragazzi, dapprima 13 e diventati poi 18, scelgono come prima sede il retrobottega di un’officina ciclistica situata in corso Re Umberto.

Il primo presidente della società è Eugenio Canfari, il primo campo è in Piazza d’Armi.

La società entra a far parte del massimo campionato italiano nel 1900.

I colori delle maglie 

La divisa di gioco originariamente adottata è bianca con pantaloni alla zuava, ma viene sostituita l’anno successivo con una maglia rosa con una cravatta nera. Alla tenute a strisce verticali bianche e nere, adottata nel 1903, comunque, non si passò per caso.

Molti credono che il motivo sia una partita di maglie del Newcastle (squadra che oggi milita nella Premier League inglese) inviata per errore alla Juventus.

In realtà, i fatti andarono in maniera diversa.

Le divise rosa si scolorivano ad ogni lavaggio, per cui i “senatori” della squadra torinese incaricarono un giovane calciatore inglese (il primo straniero ad aver militato nella Juve) di acquistare un nuovo modello di divise non appena avesse fatto ritorno in Inghilterra.

Gordon Thomas Savage, questo il nome del calciatore inglese, acquistò la divisa del Notts County, una delle due squadre di Nottingham ed il più antico club della prima divisione inglese.

Le divise del Notts county sono notoriamente a strisce bianconere. Se la Juve ancora oggi veste “zebrato” lo si deve a Gordon Thomas Savage.

Nel corso della storia, comunque, anche per motivi legati al marketing, le divise della “Vecchia Signora” hanno saputo trasformarsi e adattarsi alle mode del momento.

Tutti i loghi della storia della Juventus 

 Qui in basso l’evoluzione dello stemma societario della Juventus. Solo nel logo attuale, come si può notare, manca la zebra, il simbolo che ha accompagnato i colori societari sin dal 1905.

Loghi Juventus

Il debutto in campionato ed il primo titolo 

La Juventus non prese parte ai primi due campionati ufficiali organizzati dall’allora FIF, che videro la vittoria del Genoa in entraambi i casi.

La società riuscì ad iscriversi al campionato soltanto nel 1900 (con la divisa rosa). Nel primo anno, la squadra non superò le eliminatorie piemontesi.

La Juventus debuttò l’11 marzo perdendo 1-0 contro la FC Torinese, per poi trovare il suo primo successo della storia la settimana successiva (18 marzo), superando per 2-0 la Ginnastica Torino.

Tre anni dopo si passò al bianconero, importato da Nottingham e cinque anni più tardi, nel 1905, la Juve vinse il primo titolo italiano, dopo un’avvincente finale a tre con Genoa e Milanese.

La scissione e la nascita del Torino 

Il presidente del primo scudetto nella storia del club era lo svizzero Alfredo Dick, il quale dopo qualche screzio nello spogliatoio e alcune contestazioni, decise di lasciare la società e fondare una nuova squadra, il Torino, portando nel nuovo club i migliori stranieri che fino ad allora erano in forza alla Juve.

L’inizio dell’era Agnelli 

Gli anni dopo il primo scudetto e fin dopo la fine della prima guerra mondiale furono molto travagliati.

La svolta la si ebbe nel 1923.

Il 24 luglio l’assemblea dei soci elegge per acclamazione il nuovo presidente: il dottor Edoardo Agnelli, figlio del fondatore della FIAT.

La squadra si sposta in un campo più moderno in Corso Marsiglia, con tribune in muratura. I tifosi iniziano a moltiplicarsi ed il club riesce ad ingaggiare calciatori di livello come come Combi, Rosetta, Munerati, Bigatto, Grabbi e l’ungherese Hirzer.

Anche il primo vero allenatore a sedere sulla panchina bianconera nell’era Agnelli è ungherese, un tale Jeno Karoly.

Nel 1925/26 la Juventus conquista il secondo scudetto, dopo un’avvincente finale con il Bologna. E’ solo l’inizio di una storia gloriosa: nel quinquennio che va dal 1930 al 1935 la Juve è la squadra dominatrice assoluta del campionato e a Torino arrivano cinque tricolori di fila.

La squadra bianconera partecipa anche alla Coppa Europa (antenata della Champions League) negli anni 30, senza mai riuscire a vincerla. Per ben quattro volte, però, arriva alle semifinali.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1947, Giovanni Agnelli, figlio di Edoardo, tragicamente scomparso nel 1935 in un incidente aereo, diviene presidente della società.

Gli anni ’50 e la prima stella 

La Juventus torna a vincere gli scudetti nel 1950 e nel 1952, trascinata da un calciatore fenomenale come Giampiero Boniperti (nella foto in basso).

La squadra è tra le più famose al mondo ed è acclamata da folle oceaniche ovunque vada a giocare.

Tuttavia, nel 1954 Giovanni Agnelli lascia la presidenza, passata l’anno dopo al fratello Umberto.

Con l’arrivo di due giocatori di calibro mondiale come Omar Sivori e John Charles, la squadra bianconera conquista lo scudetto nel 1958 e divenne il primo club nella storia del calcio italiano a fregiarsi della stella essendo arrivata a vincere 10 titoli nazionali.

Giampiero Boniperti

Gli anni ’60-’70 e l’era della presidenza di Boniperti 

Negli anni Sessanta arrivano altri tre titoli di campione d’Italia, l’ultimo dei quali nel ’67, sotto la presidenza di Vittore Catella.

Negli anni Settanta comincia l’era della presidenza di Giampiero Boniperti, che appeso le scarpe al chiodo, nel 1971, inizia la carriera da dirigente. Boniperti divenne presidente e segnò uno dei periodi più gloriosi della storia della società.

L’era Boniperti parte subito con due vittorie in campionato, nella stagione 1971/72 ed in quella che segue. È l’inizio di un ciclo vincente che porta a Torino nove scudetti, la prima affermazione europea, con la Coppa Uefa (antenata dell’Europa League) nel 1977, la Coppa delle Coppe nel 1984 e la Coppa dei Campioni.

Gli anni ’80 e la tragedia dell’Heysel 

il 29 maggio 1985, a Bruxelles, si consuma il giorno più triste della storia della Juventus, un evento passato alla storia come la tragedia dell’Heysel.

Prima della finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool, i tifosi inglesi scatenano la follia nello stadio della capitale belga. Trentanove tifosi della Juventus perdono la vita nel caos generale.

La partita si disputa comunque per motivi di ordine pubblico. I bianconeri trionfano ma, ovviamente, nessuno si sente di festeggiare.

Grazie a quella vittoria, però, la Juventus disputa la finale della coppa Intercontinentale a Tokyo contro l’Argentinos Juniors. I bianconeri si impongono ai rigori e diventano per la prima volta campioni del mondo. A guidarli dalla panchina c’è il mitico Trap, Giovanni Trapattoni da Cusano Milanino.

In campo tanti talenti italiani (da Zoff a Scirea, da Tardelli a Cabrini, da Causio a Paolo Rossi, da Gentile a Furino, da Anastasi a Bettega) che hanno fatto e faranno anche le fortune della nazionale italiana.

Nel 1982, inoltre, la Juventus raggiunge la soglia dei 20 scudetti in Italia: la seconda stella sulle maglie della squadra è realtà.

Nella stagione post mondiale, le squadre italiane possono tesserare due stranieri: alla Juventus arrivano il polacco Zibì Boniek e, soprattutto, Michel Platini.

Il fuoriclasse francese vince per tre stagioni di seguito il titolo di capocannoniere ed il Pallone d’Oro, per poi ritirarsi nel 1987.

Negli ultimi anni del decennio la squadra viene affidata alla guida tecnica di Dino Zoff e Gaetano Scirea.

Quest’ultimo, però, viene a mancare prematuramente nel novembre del 1989 in un incidente stradale in Polonia, dove era andato a visionari i futuri avversari della Juve.

Campioni storici della Juventus

Gli anni ’90: da Baggio a Del Piero e Zidane 

Il decennio si apre con l’accoppiata Coppa Italia – Coppa UEFA, trofei dedicati ovviamente a Scirea. In quell’anno, il 1990, Giampiero Boniperti lascia la presidenza all’avvocato Vittorio Caissotti di Chiusano.

Nel 1993 la Juventus vince la sua terza Coppa UEFA ed apre il ciclo della triade Moggi, Giraudo e Bettega.

Nel 1996 i bianconeri si aggiudicano la Champions League. Allenati da Marcello Lippi e guidati in campo da giocatori del calibro di Gianluca Vialli, Roberto Baggio e Ciro Ferrara, la squadra si impone ai rigori contro l’Ajax nella finale giocata all’Olimpico di Roma (i tempi regolamentari e supplementari erano terminati 1-1).

In quella si mette in mostra un giovane talento del calcio italiano a cui l’avvocato Agnelli dà il soprannome di ‘Pinturicchio’. E’ Alessandro Del Piero, il numero 10 che farà le fortune della Juventus e, più tardi, nel 2006, della nazionale italiana ai Mondiali in Germania.

Nel 1997 alla Juve arriva un altro futuro pallone d’oro, Zinedine Zidane. Con il francese in squadra, la Juve vince anche la Coppa Intercontinentale in Giappone grazie al gol decisivo di Del Piero.

Nei due anni successivi, però, la Juventus perde due finali consecutive di Champions League: la prima contro il Borussia Dortmund a Monaco di Baviera, la seconda contro il Real Madrid ad Amsterdam.

Nel 1998 Del Piero subisce un gravissimo infortunio e si assiste all’avvicendamento tra Lippi e Carlo Ancelotti in panchina.

Gli anni 2000: l’addio all’Avvocato, Calciopoli e l’anno in Serie B 

Dopo due anni senza successi, torna Lippi sulla panchina bianconera e torna il tricolore a Torino nel 2001 dopo un entusiasmante testa a testa contro l’Inter di Ronaldo allenata da Hector Cuper.

Nel 2002 la Juve si riconferma campione d’Italia mentre il 2003 segna la fine di un’era: ci lascia il mitico avv. Gianni Agnelli.

L’anno si conferma “tragico” anche dal punto di vista sportivo: la Juve perde un’altra finale di Champions League ai rigori, stavolta nel derby contro il Milan a Manchester.

Nel mese di agosto la Juventus si vendica nella Supercoppa Italiana contro il Milan ma è una vittoria amara perchè in quei giorni ci lascia anche il dott. Chiusano.

La presidenza passa nelle mani di Franzo Grande Stevens, a quei tempi vicepresidente FIAT.

I bianconeri sono colpiti da un altro lutto nel 2004: a maggio muore Umberto Agnelli.

Dopo Lippi arriva Fabio Capello ed altri successi in casa bianconera grazie a giocatori del calibro di Ibrahimovic, Emerson e Cannavaro.

Nel 2006 il calcio italiano viene scosso dallo scandalo “Calciopoli“. La Juve è accusata di aver manipolato gli arbitraggi e viene retrocessa in Serie B per la prima volta nella storia del club. Gli ultimi due Scudetti vinti vengono revocati.

La triade Moggi-Giraudo-Bettega viene sciolta e ai vertici vengono nominati presidente Giovanni Cobolli Gigli e amministratore delegato Jean-Claude Blanc.

Nonostante i 9 punti di penalizzazione, la Juventus riesce a tornare in Serie A grazie a campioni come Del Piero, Buffon, Trezeguet, Nedved e Camoranesi rimasti anche nella serie cadetta.

Negli ultimi anni del decennio si avvicendano Claudio Ranieri, Ciro Ferrara e Zaccheroni in panchina, ma la squadra fatica a tornare al vertice del calcio italiano.

Dal 2010 ad oggi: 9 Scudetti consecutivi ed il nuovo stadio 

Nel 2010 è Andrea Agnelli, nipote di Gianni, ad assumere il ruolo di presidente della società. Dopo un primo anno di assestamento, dal 2011 si apre il ciclo di vittorie più lungo nella storia del club.

Dal 2011/2012 al 2019/2020 la Juventus domina in Italia, guidata prima da Antonio Conte e poi da Massimiliano Allegri ed esalta da giocatori del calibro di Andrea Pirlo, Arturo Vidal, Carlos Tevez, Giorgio Chiellini, Gianluigi Buffon e Leonardo Bonucci.

La stagione 2013/14 vede la Juve di conte battere il record di vittorie e di punti in campionato: ben 102.

Nel 2018, ad un gruppo già ricco di campioni, si aggiunge uno dei giocatori più forti e vincenti del calcio moderno, il portoghese Cristiano Ronaldo.

La striscia vincente si chiude nel 2019/20 con la Juve di Sarri, arrivato per sostituire Allegri in una stagione passata alla storia per l’interruzione dovuta alla pandemia di COVID-19 che chiude un decennio ricco di successi per il club di Torino in ambito nazionale ma povero di soddisfazioni in ambito europeo.

E’ anche il decennio dello Juventus Stadium, il nuovo stadio che ospita le partite casalinghe della squadra bianconera, un vero e proprio gioiello considerato tra i migliori impianti del mondo.

Dal 2020, la Juventus vive un periodo travagliato, sia in campo che fuori.

In panchina Andrea Pirlo dura un solo anno prima del ritorno di Allegri. Fuori dal campo la Juventus è invischiata in varie vicende giudiziarie (conosciute come lo “scandalo plusvalenze” e la “manovra stipendi“).

Nella stagione 2022/23 il club bianconero viene penalizzato di 10 punti ed estromessa dalla competizioni europee.

Andrea Agnelli si dimette da presidente della Juventus a seguito degli scandali. Cristiano Ronaldo vola negli Emirati Arabi.

Ma tanti giovani crescono, pronti a scrivere nuove pagine per quel club nato nel 1987 da un’idea di un gruppo di studenti brillanti del liceo classico Massimo d’Azeglio.

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